Davanti a un prezioso altare del '700, eccoci a replicare la Novena siciliana (fuori tempo massimo, l'epifania è passata da tre settimane) come concerto per AVSI.
Per l'occasione sono con noi anche tre ex, uno con voce e chitarra, una con la voce, e il terzo che ha lasciato chitarra e fisarmonica per la gestione di una consolle prestata e montata a tempo di record. Sono stati allontanati da impegni di studio e di lavoro, ma non se lo sono fatti dire due volte.
La Novena è spettacolo collaudato. L'attenzione è palpabile per tutti i quarantacinque minuti di racconto in parole e musica dall'annunciazione ai re magi. Dopo i primi tentativi (per i quali il nostro notevole ego comunque ringrazia) anche gli applausi vengono trattenuti e riservati per il finale (nel quale il nostro ego si lascia un po' solleticare).
Ma il vero finale è il deflusso del pubblico, momento in genere del tutto irrilevante. Invece è il momento in cui, sull'onda dell'invito declamato a gran voce e con tanto di coppola tesa a chiedere l'elemosina
Ora pi divuzioni a lu Bamminu
Mittiti manu, pubblicu furmatu
A la sacchetta, e fora lu carrinu
Pi lu vostru regalu a Gesu natu
Li sunaturi e tuttu l’orchestrinu
Lassanu a tutti pari salutannu
Lu bon Natali e lu bonu fistinu
Si voli Diu turnamu natr’annu.
il pubblico mette la mano in tasca e lascia un'offerta.
Ego o non ego, suoniamo per questo.